♻️DIRITTO AL RESPIRO: LE RAGIONI DELLA MIA PROPOSTA DI LEGGE
Come sapete, dopo anni di lavoro nei territori, la Commissione Ambiente della Camera ha avviato l’esame della proposta di legge a mia firma per il controllo delle emissioni odorigene degli impianti industriali. La proposta di legge nasce dalle continue segnalazioni che arrivano dai cittadini che subiscono l’impatto di industrie, impianti di gestione dei rifiuti, impianti di depurazione e allevamenti intensivi che possono in alcuni casi rendere l’aria irrespirabile. Da quelle segnalazioni dei territori più vessati, ed in seguito ad un confronto con ricercatori e con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) sono state pensate delle modifiche al Testo Unico dell’Ambiente volte a colmare il vuoto normativo attualmente esistente.
Giorno per giorno, cercherò di raccontarvi una parte nuova di questa Pdl e del percorso che ho fatto insieme a territori per scriverla. Partiamo da una domanda:
QUALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE DEI CATTIVI ODORI?
Le aree industriali possono ospitare lavorazioni con elevato impatto sulla popolazione residente, e complice anche la progressiva espansione dei centri urbani verso tali aree tali disturbi sono diventati sempre più frequenti. Raffinerie in particolare, come accade in Romagna e in Puglia, sono note per questo tipo di emissioni anche in condizioni normali di esercizio. Ma andrebbero considerate anche altre attività, come i bitumifici che a Colonna, in provincia di Roma, hanno comportato l’attivazione di specifici monitoraggi da parte di Arpa Lazio.
La gestione dei rifiuti è un’altra delle principali cause di cattivi odori su aree molto vaste: non solo discariche, ma anche impianti di trattamento meccanico biologico e impianti biogas che di norma dovrebbero già porre in atto tutte le misure necessarie per limitare le emissioni odorigene ma che spesso non riescono a contenere. Gli impianti ormai vecchi e superati presenti nel Lazio e in Campania, così come i numerosi biodigestori presenti nel nord-Italia, sono un problema col quale i cittadini continuano a dover fare i conti, con un peggioramento della qualità di vita e il deprezzamento dei propri immobili.
E’ chiaro come, con questo disegno di legge, ci auguriamo che la questione possa finalmente essere sviluppata in modo organico e approfondito: non soltanto per offrire la risposta a una minaccia per l’ambiente e la popolazione (come, purtroppo, il nome di questa proposta di legge lascia intendere), ma in quanto preziosa occasione per fornire al nostro comparto industriale strumenti idonei per uno sviluppo realmente sostenibile.