NUOVI INCENERITORI PER SMALTIRE MASCHERINE? INUTILI E DANNOSI
Evidentemente, c’è che pensa di approfittare dell’emergenza sanitaria per foraggiare la lobby degli inceneritori. Mi piace ricordare che in Italia, entro la fine dell’ anno, avremo consumato ben 8 miliardi di mascherine che, utilizzate il tempo necessario, verranno gettate via nell’indifferenziato urbano o chissà dove. L’ipotesi di nuovi impianti non è nemmeno da considerare, sarebbero inutili e dannosi. L’impiantistica esistente può rispondere tranquillamente all’esigenza di incenerire i quantitativi di mascherine utilizzati in questa fase e sarebbe assurdo costruire impianti pronti tra diversi anni per sopperire a un’esigenza che si manifesta oggi e durerà un tempo limitato. Non considerando poi l’impatto ambientale degli impianti. A giugno, avevo presentato, grazie al lavoro di squadra insieme alla CapogruppoPaola Deiana e di tutta Commissione ambiente Camera e senato, un emendamento al Dl Rilancio che chiedeva al ministero dell’Ambiente Sergio Costa, sentiti l’Istituto superiore di Sanità e Ispra, di adottare idonee linee guida contenenti specifiche misure volte a definire le modalità di recupero dei materiali delle mascherine, i criteri di raccolta presso le abitazioni e le forme di conferimento, anche attraverso misure di incentivazione a favore dei cittadini. Una specifica quantomai attuale, come si vede dagli ultimi avvenimenti. abbiamo ottenuto inoltre l’istituzione di un fondo ad hoc presso il Ministero dell’Ambiente, al fine di promuovere la prevenzione, il riuso ed il riciclo dei dispositivi di protezione individuale utilizzati a seguito dell’emergenza determinata dalla diffusione del Covid. Oltre ad occuparsi della raccolta di mascherine e guanti monouso, le linee guida dovranno dettare le condizioni per un auspicabile riciclo e riutilizzo dei kit di protezione utilizzando prodotti di monomateriale o materiali facilmente separabili tra loro. In tal senso, l’emendamento interveniva affinché negli appalti pubblici della Pubblica Amministrazione fosse obbligatorio osservare criteri ambientali minimi sulle mascherine orientati a privilegiare forniture di kit riutilizzabili e lavabili. Infine il provvedimento proposto chiariva quali fossero le sanzioni per chi abbandona guanti e mascherine a terra o in mare, rendendole certe ed adeguate. Parliamo di interventi importanti per la tutela dell’ambiente, per questo ci siamo battuti per attuarle. In aggiunta, per avviare una sperimentazione in questa direzione, abbiamo inserito una norma ad hoc nel decreto Rilancio stanziando un milione di euro per il 2020. E da mesi ho interlocuzioni continue con il Ministero della salute, dell’ambiente e dell’Istruzione su questa delicatissima tematica cercando insieme una soluzione più sostenibile possibile.
Concentriamo l’attenzione sulle strategie da mettere in campo per ridurre progressivamente le mascherine usa e getta in circolazione e per produrre dispositivi riutilizzabili o compostabili, evitando folli ed inutili proposte di nuovi inceneritori.