ECODESIGN, RIUSO, RIUTILIZZO, RIPARAZIONE
La scorsa settimana ho avuto il piacere di discutere nel webinar “Il sociale che vorrei”, organizzato in occasione della Pordenone Design Week dall’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche (ISIA), di come la sostenibilità sia un elemento fondamentale quando si parla di design.
Una stima dell’Unione europea del 2014 ha riscontrato che delle 16 tonnellate le quantità di materiali consumate ogni anno da un cittadino, 6 diventano rifiuato. Inoltre, da una stima di ISPRA, risulta che i rifiuti speciali non pericolosi prodotti dalle attività di costruzione e demolizione abbiano raggiunto le 53,5 milioni di tonnellate nel 2016, 56 milioni nel 2017 e 60 milioni nel 2018.
Un dato che aiuta a immaginare come, per fronteggiare una mole così pesante di rifiuti, serva avere un approccio “circolare” anche nel design delle future costruzioni per ridurre i rifiuti prodotti alla fine del ciclo di vita dei materiali: l’uso di materiali quali il vetro, del sughero, della pietra e del legno punta sicuramente verso questa direzione. Soluzioni analoghe riguardano ovviamente anche il design degli arredi interni con l’uso di prodotti pensati per durare e che non hanno elevato impatto sull’ambiente.
Ed in questo senso, si inserisce il principio della Responsabilità Estesa del Produttore, ovvero la necessità di prolungare la vita utile dei prodotti ragionando a 360 gradi, con la possibilità di vendere servizi associati a prodotti anziché il prodotto stesso.
Questa visione avrà un impatto anche sociale: nuovi mestieri circolari, nuovo modo di “vivere” intesi come “circular housing” nel quale mobili ed elettrodomestici saranno affittati come gli immobili.
Tra le riforme previste nel Pnrr c’è la Strategia per l’economia circolare che verrà adottata entro giugno 2022, e includerà, oltre al riciclo, ecoprodotti, blue economy, bioeconomia anche l’ecodesign.