Macchia mediterranea: una parte importante del capitale naturale
Martedi ho avuto il piacere di contribuire al convegno organizzato dal Comune di Pomezia “Comuni custodi della macchia meditarannea” a seguito dell’approvazione della Carta di Caltagirone. La macchia mediterranea è una parte importante del capitale naturale di tutti i paesi che si affacciano sul mediterraneo, ma ancora di più per il nostro paese: essa infatti è tipica delle aree costiere ed è presente in numerosi SIC. Tutelare questo ecosistema è fondamentale, in quanto i cambiamenti climatici, la desertificazione, l’antropizzazione e gli incendi lo mettono costantemente a rischio. Da questo punto di vista il ministero della transizione ecologica è chiamato a far applicare le direttive europee sugli habitat, sulla conservazione della fauna e quella rete costituita dai SIC, ZPS e ZSC che prende il nome di “rete natura 2000”.
Serve sempre ricordare che queste aree non sono automaticamente considerate “riserve”: sono aree nelle quali le attività che si intende svolgere devono rispettare la biodiversità. Per questo bisogna prestare particolare attenzione anche all’attività venatoria, in quanto l’introduzione di specie non autoctone può creare un vero e proprio “inquinamento genetico” per la fauna dei nostri territori. Accade per i cinghiali come per la lepre e il capriolo, un erbivoro che trova il suo habitat ideale nella macchia mediterranea.L’unione europea ha definito questa rete di siti che sono decine di migliaia in tutto il continente per finanziare programmi di conservazione e anche di utilizzo consapevole come ecoturismo. Risorse sono state reperite nel tempo nei Fondi di Sviluppo e Coesione, nel Fondo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e nei progetti LIFE. Nel PNRR sono presenti 1,69 miliardi di euro per la tutela della biodiversità e degli habitat. Si parla di verde urbano, extraurbano, digitalizzazione di parchi nazionali e tutela degli habitat marini.