Una manovra totalmente insufficiente e inadeguata.
Oggi in Commissione Ambiente durante la dichiarazione di voto al parere sulla Legge di Bilancio ho ribadito la posizione del MoVimento 5 Stelle .
Nella sua totale assenza di visione, la manovra del governo Meloni è deficitaria e iniqua su più fronti, non soltanto su lavoro, fisco e sostegni alle imprese ma anche sulla visione strategica di paese. Su ambiente e energia registriamo un allarmante ritorno al passato, confermando tutte le nostre remore dopo la decisione dell’esecutivo di togliere la transizione ecologica persino dalla denominazione del ministero. Se al contrasto al caro-energia sono dedicate il grosso delle risorse, che comunque consentiranno di tamponare i rincari al massimo per 3-4 mesi, prendiamo atto dei tanti passi indietro nei processi di decarbonizzazione e di smarcamento dalle energie fossili intrapresi in questi anni. Nessun cenno e zero euro sulle rinnovabili così come per la mobilità sostenibile, in piena controtendenza rispetto a quanto avviene negli altri paesi europei. Biodiversità e aree protette: queste sconosciute :c’è un insensato taglio del 20% alle risorse preposte, taglio che oltretutto diventerà più pesante negli anni avvenire. Unica nota apprezzabile è l’istituzione del “Fondo per il consumo di suolo”, finalizzato alla rinaturalizzazione di aree degradate in ambito urbano e periurbano, decisione che però che stride pesantemente con l’assenza di fondi in più per la messa in sicurezza del territorio. Al contrario la CARG, strumento fondamentale per il monitoraggio del suolo, non viene finanziata. E i fondi per il contrasto al dissesto vedono un taglio che arriva oltre il 40%, scelta surreale dopo l’autunno nefasto che abbiamo vissuto nella Marche e a Ischia solo una settimana fa. Forse, invece di pensare solo a opere faraoniche e dall’utilità tutta ancora da certificare come il ponte sullo Stretto, sarebbe bene che questo governo si concentrasse un po’ di più sulla cura del nostro territorio, visto e considerato che il 94% dei comuni italiani presenta aree a rischio. E sulle infrastrutture al di fuori del recinto del Pnrr, forse sarebbe il caso di aumentare investimenti prima sulle manutenzioni e sull’ammodernamento di strade, ponti e ferrovie esistenti, e poi di ragionare su nuove opere. Ecco, quando si parla di avere una visione, basta provare a unire i puntini dell’operato di questo governo, per capire che al momento non ne ha.