AUTO GREEN: SE NON GUIDATA DA POLITICA RICONVERSIONE SARA’ IMPRESSA DAL MERCATO

Sulla battuta d’arresto europea relativa allo stop alle auto benzina e diesel dal 2035 il governo denota tutta la sua visione ristretta e assai poco lungimirante. All’euforia effimera delle destre di venerdì, quanto meno oltremodo fuoriluogo, oggi ha fatto seguito una risposta incolore da parte del ministero dell’Ambiente in commissione durante la risposta ad una mia interrogazione immediata.

Si continua a parlare di decarbonizzazione come di una cosa lontana, che si staglia all’orizzonte solo col binocolo. E da raggiungere pian pianino, a passo di lumaca. Quando invece non è così, e i segnali che il pianeta ci manda ogni giorno sono innumerevoli, ma se li citi all’attuale governo parte sempre dalla maggioranza una corale assurda che grida all’ambientalismo ideologico. Sulla transizione legata all’automotive e ai trasporti, ciò che Meloni, Salvini e Berlusconi non comprendono è che la strada verso una riconversione del settore è già segnata. In un mercato imponente come quello degli Usa, ci sono studi che già fissano per il 2030 un livello di immatricolazioni di veicoli elettrici pari al 40%. E’ noto a tutti che tra componentistica e indotto il settore dell’automotive in Italia presenta una realtà complessa, e che un addio a diesel e benzina a tappe forzate può presentare problemi. Però il processo va comunque guidato, perché questo grande cambiamento è già in atto. Se non sarà la politica a indirizzare e plasmare la riconversione, essa verrà impressa se non imposta dal mercato, e a quel punto la nostra industria sì che rischia di rimanere al palo. Il governo quindi accantoni le scene di giubilo di questi giorni, e avvii subito iniziative coinvolgendo l’intera filiera. La strada verso una mobilità più sostenibile è tracciata: il governo veda di non percorrerla al contrario.