Categorie: AmbientePublished On: 19 Dicembre, 2023

Dichiarazione di voto sulla pregiudiziale sul Decreto Enegia

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Dicembre 19, 2023

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Presidente,

di fronte all’ennesimo provvedimento d’urgenza, di dubbia legittimità formale e sostanziale, tra l’altro indicativo di una strategia climatica del tutto inadeguata agli obiettivi di decarbonizzazione, abbiamo deciso di depositare la pregiudiziale che ci accingiamo a discutere oggi.

C’è un po’ di tutto, Presidente, in questo provvedimento: 

si sceglie di rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas naturale e incrementare la produzione nazionale, distraendo risorse preziose per le fonti rinnovabili, quando gli obiettivi internazionali richiedono un sistema elettrico decarbonizzato e una forte penetrazione delle rinnovabili;

si reputano interventi strategici di pubblica utilità, indifferibili e urgenti le opere finalizzate alla costruzione e all’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto on-shore, nonché le connesse infrastrutture;

si istituisce un fondo di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale..PECCATO che si introduce un contributo annuo unicamente a carico dei titolari di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, così da penalizzare la sostenibilità finanziaria dei medesimi impianti; in pratica, si sceglie di tassare le rinnovabili;

ancora

→ si va ad introdurre un regime “straordinario” per lo stoccaggio geologico nei giacimenti di idrocarburi esauriti off-shore, consentendo al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica di rilasciare licenze di esplorazione e autorizzazioni allo stoccaggio geologico anche in mancanza del piano delle aree idonee, con tempo illimitato…

→Si continua poi con l’approssimazione di questo Governo che è del tutto carente sotto il profilo della programmazione e della pianificazione strategica degli interventi da fare.

Non solo,

→ si assiste ad una insolita inversione logica per cui l’attività di studio e analisi “propedeutica” andrebbe ad incidere in un contesto già definito dall’attuazione di programmi sperimentali che, possono protrarsi per lunghi anni: un modo di procedere del tutto carente sotto il profilo della programmazione e della pianificazione strategica degli interventi.

→ e poi in merito all’individuazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi da realizzare nell’ambito del Parco Tecnologico, è palesemente evidente che la definizione di un un procedimento alternativo rispetto a quello basato sulla redazione di una Carta nazionale delle aree idonee (CNAI), che prevede la predisposizione di una Carta nazionale delle aree autocandidate (CNAA), avrà come unico effetto quello di rinviare la soluzione del problema legato alla messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi e allo smantellamento delle strutture della passata stagione nucleare, con costi che, dal 2010 ad oggi, hanno superato i 4 miliardi di euro, anch’essi a carico delle bollette elettriche dei cittadini.

Ora, Presidente, alla luce di tutto ciò che ho esposto fino a qui, come si fa a non capire che ci troviamo di fronte a un decreto che ha la pretesa di coniugare in un unico contesto normativo profili di necessità e urgenza riferiti a materie che in realtà non presentano attinenza e coerenza interna?

Come si fa a non capire che certe scelte e certe logiche sono retaggio di politiche energetiche che snobbano le rinnovabili e l’efficienza energetica?

Come si fa a considerare urgenti per la sicurezza energetica del Paese misure che non garantiscono in alcun modo la stabilità degli approvvigionamenti e sono in evidente contraddizione con gli impegni sulla sostenibilità e la decarbonizzazione, assunti anche nei più recenti consessi internazionali?

 

Siamo usciti da pochi giorni dalla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 28): nonostante il Governo italiano abbia riconosciuto la necessità di un’uscita graduale dalle fonti fossili, contestualmente alla triplicazione della capacità di energia rinnovabile entro il 2030, ci troviamo di fronte a un provvedimento del tutto inadeguato.

 

La cosa che dispiace è che, provvedimento dopo provvedimento, queste destre fanno carta straccia degli artt. articoli 9, 32 e 41 della nostra Costituzione. Tutte le misure adottate dal decreto in esame si presentano costituzionalmente inconciliabili con il valore attribuito alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi,“anche nell’interesse delle future generazioni”, secondo un principio di solidarietà e responsabilità intergenerazionale che deve essere la bussola per tutti noi decisori politici.

 

E cito, Presidente, testualmente l’art. 41, quando dice che l’iniziativa economica privata “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute e all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.

 

Mi chiedo come pensi questo governo di risolvere il problema del caro-bollette. Perchè dalle evidenze, ci vogliono vincolare alle fonti fossili per gli anni a venire, mettendo al palo le rinnovabili e propagandando soluzioni futuribili che ad oggi non risolverebbero i problemi energetici.

 

Dalla valutazione della Commissione europea sui PNIEC, l’Italia si conferma carente in materia di effort sharing e finanziamenti, tanto che:

 

le misure e le traiettorie dei piani non ci faranno raggiungere l’obiettivo di una riduzione al 2030 delle emissioni di gas-serra della Ue del 55%, ma solo del 51%;

 

vengono mancati anche tutti gli altri target Ue a fine decennio: per le rinnovabili non si andrà oltre il 38,6-39,3% (rispetto al previsto 42,5%) e per l’efficienza si raggiungerà un miglioramento di appena il 5,8%, meno della metà dell’11,7% previsto;

 

notevoli poi le mancanze in materia di eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili e adattamento ai cambiamenti climatici.

 

Tutto questo a dimostrazione di quanto la strategia climatica di questo governo sia del tutto inadeguata agli obiettivi di decarbonizzazione. E di questa inadeguatezza questo provvedimento ne è la perfetta espressione.

 

A questo gioco dell’assurdo non ci stiamo, soprattutto quando l’alternativa c’è ed è disponibile da subito.

 

Investire sulle rinnovabili significa garantire l’autonomia energetica e risolvere strutturalmente il problema del caro-bollette, senza dover scendere a compromessi sulla sostenibilità ambientale.

 

È per tutte queste ragioni, Presidente, che, come dicevo all’inizio del mio intervento, chiediamo di non procedere all’esame del provvedimento.