BIODIVERSITÀ: INVECE DI TUTELARLA, GOVERNO PENSA A CEMENTIFICAZIONE SELVAGGIA
Nonostante siano fondamentali a mantenere in buona salute, e quindi in vita, gli ecosistemi, la tutela delle zone umide è un tema incredibilmente di nicchia. Addirittura le forze di maggioranza che reggono l’attuale governo non perdono occasione per declassarlo a questione di serie B. Domani l’articolo 9 della Costituzione compie 3 anni dalla sua entrata in vigore, ma purtroppo c’è poco da festeggiare. La tutela dell’ambiente, che con determinazione abbiamo voluto fosse sancita dalla nostra carta costituzionale, è oggi più che mai un principio bistrattato.
Le zone umide sono serbatoi di biodiversità, contrastano i cambiamenti climatici, sono una cura per il degrado del territorio. Per dare un’idea di quanto dicotomica sia la prospettiva di questo governo, basti pensare che alla legge europea sul ripristino della natura, l’Italia ha risposto con il Salva Milano, ovvero una cementificazione selvaggia a scapito di alberi e verde, cioè l’opposto di quello che si dovrebbe fare. Contraddizioni contro le quali non smetteremo mai di lottare. In questa direzione va anche la mozione che stiamo per depositare in cui chiediamo al governo l’attivazione del piano nazionale triennale di monitoraggio e il rafforzamento dei vincoli di tutela delle aree protette, tema quest’ultimo sul quale stiamo lavorando con la revisione della legge 394 di tutela dei parchi