Oggi ho partecipato ad un interessante webinar organizzato dal Senatore Ruggero Quarto sul “Capitale Naturale e Servizi Ecosistemici dei Fiumi”. Durante il g20 un’importante sessione è stata dedicata proprio alla biodiversità, al Capitale naturale e ai servizi ecosistemici. Ringrazio il comitato per il Capitale naturale per il lavoro prezioso che fa. Il Capitale Naturale rappresenta l’intero stock di risorse naturali, organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche che contribuiscono alla produzione di beni e servizi per l’uomo e che sono necessari per la sopravvivenza dell’ambiente che li genera. Gli ecosistemi fluviali rientrano nel più vasto comparto (assieme ai laghi, alle acque di transizione e alle acque marino costiere) delle acque superficiali interne, il cui principale strumento giuridico a loro tutela è costituito dalla Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (DQA) che mira a prevenire il deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici e a raggiungere il principale obiettivo ambientale del buono stato, tanto sotto il profilo ecologico quanto sotto quello chimico. La digitalizzazione e quindi la tecnologia stanno aiutando questo percorso. Molto è stato fatto, indubbiamente, ma bisogna ancora fare azioni sempre più mirate per contrastare le pressioni che agiscono sui nostri preziosi ecosistemi. La strategia europea sulla biodiversità riguarda anche gli ecosistemi fluviali e i relativi servizi ecosistemici e va ad aumentare gli sforzi come ad esempio la rimozione delle barriere e il ripristino delle pianure alluvionali, ristabilendo lo scorrimento libero di almeno 25.000 km di fiumi in Europa entro il 2030.

Il restauro degli ecosistemi fluviali implica politiche finalizzate a porre rimedio al degrado ambientale insieme ad azioni sociali che possano favorire la resilienza degli ecosistema, con conseguenti benefici in termini tanto di salute quanto di benessere socioeconomico.