Decreto asset, ennesimo fallimento!
Ancora una volta il Governo riesce a superarsi varando provvedimenti omnibus, in cui si trattano gli argomenti più disparati – passando dalle bonifiche agli eventi sismici, dall’autotrasporto alle misure antiterrorismo – e il cui ambito di azione si allarga ulteriormente con l’inserimento di disposizioni, sempre proposte dalla maggioranza, il cui unico requisito di necessità e urgenza è spesso quello di accontentare in fretta e furia le proprie lobbies elettorali.
E così ci ritroviamo ad esaminare – ma “esaminare” non è il termine esatto per una seduta lampo in commissione consultiva – un provvedimento in cui vediamo inserite alcune “perle” di una maggioranza che ha come ragione sociale quella della distruzione dell’ambiente. Cito soltanto le questioni più rilevanti:
• L’articolo 5-bis che modifica l’articolo 149 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, disponendo la disapplicazione delle disposizioni in materia di autorizzazione paesaggistica, non solo agli immobili e alle aree di interesse pubblico di cui all’articolo 142, comma 1, lettera g), ma anche alle aree sottoposte al vincolo di rimboschimento. In sostanza non si applicheranno le norme sull’autorizzazione paesaggistica contenute nel Codice dei beni culturali e del paesaggio: agli immobili e alle aree di notevole interesse pubblico; ai territori boschivi e forestali sottoposti a vincolo di rimboschimento,
In questo modo centinaia di boschi italiani situati in aree definite come di “notevole interesse pubblico” – ovvero zone con “bellezze naturali e panoramiche”, “memoria storica” e “singolarità geologica” – potranno essere tagliati senza più l’autorizzazione paesaggistica della sovrintendenza. Si tratta dell’ennesimo attacco al patrimonio di biodiversità garantito dai nostri boschi.
• Gli articoli 11-bis e 11-ter, introdotti dal Senato, che intervengono ancora una volta sulla legge n. 157 del 1992 con un provvedimento del tutto estraneo per la materia di competenza (la volta precedente venne fatto con lo scandaloso, ed inammissibile, emendamento Foti in legge di bilancio). Questi due articoli puntano a cancellare ogni forma di tutela della biodiversità e degli ecosistemi disapplicando il Regolamento europeo che limita l’uso delle munizioni in piombo, altamente tossico per persone, animali e ambiente, e a mettere sullo stesso piano l’Ispra, che è l’organo scientifico di riferimento dello Stato, nonché istituto autorevole nel campo della ricerca e ritenuto altamente affidabile dalla Commissione europea, e il Comitato tecnico faunistico venatorio, composto per la gran parte da rappresentati dei cacciatori o esponenti politici vicini al mondo venatorio. Inoltre queste disposizioni impediranno ai giudici amministrativi di sospendere immediatamente i calendari venatori illegittimi, anche in casi di straordinarietà ed urgenza, per intervenire solo successivamente, quando il danno è irrimediabilmente compiuto. Il testo di queste norme sembra dettato dalle associazioni venatorie, che a quanto pare sono l’unico punto di riferimento di una maggioranza ostaggio di interessi economici, che con la tutela dell’ambiente non hanno nulla a che fare.