Diritto alla riparazione2020-12-03T13:12:16+00:00

HO DEPOSITATO UNA PROPOSTA DI LEGGE PER GARANTIRE IL DIRITTO AL RIUSO E ALLA RIPARAZIONE

Garantire un “diritto al riuso e alla riparazione”, che sia esercitato dai proprietari in autonomia o col supporto di specifici centri di riuso e riparazione, è il fattore cardine per una maggiore sostenibilità a livello di sistema economico.

La transizione verso un’economia circolare passa attraverso un cambiamento nello stile di vita, attraverso scelte consapevoli nei consumi e una spinta senza precedenti verso investimenti atti a creare più lavoro – con nuovi lavori.

Alcuni ricercatori hanno trovato qualcosa come 114 modi diversi di definire l’Economia Circolare, spesso però legati alla gestione dei rifiuti e non ad un nuovo modello economico. Il concetto tuttavia è chiarissimo: essendo il pianeta in una fase storica nella quale bisogna ridurre gli sprechi di materie prime e frenare la disoccupazione, bisogna assolutamente rispondere in maniera forte attraverso azioni in grado di invertire rotta.
Anche la Comunità europea ci suggerisce di seguire un nuovo modo di pensare e progettare beni durevoli, per un nuovo diritto: quello di poter riparare i nostri oggetti senza che diventino obsoleti dopo pochi anni.

Nel Progetto di Legge che vi presento si possono quindi identificare diverse misure a sostegno di queste attività, concentrandosi essenzialmente su:

👉promozione del riuso al fine del reimpiego di un bene ancora integro e funzionante per la stessa finalità per cui era stato concepito
👉promozione della riparazione per aumentare l’utenza e l’offerta di centri specializzati, semplificando gli obblighi di legge;
👉sgravi fiscali per l’utenza che partecipa a programmi comunali finalizzati alla prevenzione e alla preparazione per il riutilizzo e /riparazione/riutilizzo;
👉azioni volte a incentivare tutti i soggetti che riparano o ricondizionano beni durevoli;
condivisione delle buone pratiche di riparazione, al fine di addivenire ad un servizio sempre migliore e più diffuso.

OGNUNO FARÀ LA PROPRIA PARTE:

➡️ lo Stato per semplificare,
➡️le Regioni per organizzare e tenere traccia dei centri specializzati
➡️ i Comuni per ottimizzare i flussi di rifiuti presso i centri di raccolta al fine di indirizzarli verso una maggiore sostenibilità.

La proposta di legge intende anche distinguere il concetto di “riuso” da quello del “riutilizzo”.

💚Il nuovo modello economico delle 10 R deve avere come finalità quella legata alla prevenzione dei rifiuti.
Occorre così facilitare e sostenere settori come quello della riparazione, del ricondizionamento dei beni allo stato iniziale, del rinnovamento dei prodotti mediante aggiornamento e del recupero dei componenti al fine di continuare ad usarli in altri contesti o in altri prodotti per le medesime finalità per le quali essi sono stati creati.

La transizione dal modello di crescita lineare legata al “prendi, produci, usa, getta” ad un modello circolare consiste nell’aumentare progressivamente la permanenza dei beni e delle risorse nel sistema economico, riducendo nel frattempo la domanda di nuove materie prime.

Per fare questo serve mantenere il valore degli oggetti, incentivando tutte quelle pratiche finalizzate al reimpiego di essi o al recupero del valore intrinseco degli elementi che li costituiscono come materie prime seconde.

Le prime nuove “R” del paradigma delle 10R in Economia Circolare prevede infatti prioritariamente di puntare ad allungare la vita dei beni:
tramite la #riparazione e il ricondizionamento si può inoltre creare lavoro a livello locale, a fronte di un risparmio notevole rispetto a dover ricomprare i prodotti.
Sarà importante adesso favorire e semplificare la burocrazia per queste nuove attività, oltre che fornire sostegno affinché si possa generare un mercato consistente. E’ per questo che ho ritenuto necessario depositare un #progettodilegge per promuovere il reimpiego dei #beni ancora integri, la #riparazione e #supportare i centri specializzati diminuendo gli obblighi di legge e fornendo sgravi fiscali per gli utenti.
Se i beni non sono riparabili o ricondizionabili, è pur sempre possibile recuperare i materiali che li costituiscono. In un cellulare possiamo trovare in media quasi 100 volte l’oro che c’è nello stesso peso di materiale estratto da una miniera: dobbiamo quindi intercettare queste miniere nascoste in qualcosa di cui, ad oggi, vogliamo soltanto che disfarci quando si rompono o non garantiscono più le funzionalità che vorremmo avere.

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