Fiume Sacco: teniamo alta l’attenzione
Sapete che mi sono sempre occupata di #FiumeSacco, notoriamente oggetto di pesanti contaminazioni in passato che hanno portato alla definizione dell’omonimo Sito di Interesse Nazionale (SIN) ai fini di bonifica, uno dei più grandi d’Italia e il cui risanamento è ancora in corso. Il contaminante più famoso è il beta-esaclorocicloesano, comunemente noto come lindano, pesticida usato principalmente per il controllo dei parassiti in agricoltura oggi noto per la sua alta persistenza ambientale e tossicità. Negli ultimi anni, tuttavia, altre fonti di inquinamento sono state riscontrate da scarichi illeciti nel fiume, di seguito i casi più eclatanti:
· Novembre 2018: presenza di schiuma bianca nel fiume Sacco viene segnalata a Ceccano suscitando preoccupazioni a livello nazionale. I media, anche attraverso reportage televisivi, hanno riportato immagini della schiuma che copriva il fiume, visibile chiaramente dal centro urbano di Ceccano fino al fiume Liri. Le autorità, attivate immediatamente anche dall’allora Ministro dell’Ambiente Sergio Costa con controlli approfonditi sugli scarichi lungo il corso del fiume, hanno successivamente portato al sequestro di impianti che attraverso lo sversamento di reflui non trattati in fognatura avevano causato anche guasti al depuratore ASI di Ceccano.
· Marzo 2019: nuove segnalazioni di schiuma bianca nel fiume Sacco sono emerse nella località di Tomacella, nel comune di Patrica. I residenti hanno notato una ripetizione del fenomeno, con schiuma simile a quella del novembre 2018. L’episodio ha sollevato preoccupazioni sui continui problemi di gestione dei reflui e ha portato ulteriori indagini da parte delle autorità locali e regionali.
· Luglio 2021: moria di pesci segnalata a Ceccano, indicando come le condizioni ecologiche del fiume Sacco fossero precarie.
· Novembre 2022: altri sversamenti sono stati riportati tra Anagni e Sgurgola. Le segnalazioni hanno indicato la presenza di sostanze chimiche tossiche nel fiume, simili a quelli dei precedenti episodi di inquinamento. Le autorità hanno avviato nuove indagini per identificare la fonte degli sversamenti.
· Marzo 2023: viene ritrovato un collettore attivo negli anni ’60 e ’70. Il ritrovamento del collettore appartenente a una società nota per l’uso di sostanze pericolose ha fatto sorgere dubbi circa l’utilizzo attuale e interrogativi circa un eventuale contributo allo storico inquinamento del fiume.
· Settembre 2024: nuove segnalazioni di sversamenti a Sgurgola, sempre con presenza di schiuma nel fiume.
In tutti questi casi in base alla mie strette competenze ho sempre richiesto alle autorità competenti informazioni chiedendo sempre focus specifici. Inoltre sono stati sempre richiesti campionamenti da parte di ARPA Lazio, nonché l’intervento del Reparto Ambientale Marino (RAM) alle dipendenze del Ministero dell’Ambiente: già nel 2018 infatti la Capitaneria di Porto di Gaeta si attivò per prelevare le schiume alla foce del fiume Liri, attività ripetuta sia sul posto dalle autorità locali e dalla stessa ARPA Lazio. Stesso RAM che ho fatto attivare presso la Prefettura per il fenomeno acque rosse nel cassinate che ha portato all’attivazione di Ispra.
Il Fiume Sacco è una risorsa di tutte e tutti noi e tornerà a rivivere nuovamente. Ne sono certa. Ma chi inquina deve pagare e tutti i soldi dell’accordo di programma messi a disposizione per la caratterizzazione devono essere spesi fino all’ultimo centesimo e in fretta.
Rimango in attesa di ulteriori informazioni sull’ultimo sversamento.
Vi terrò aggiornati.