Questa mattina in commissione Ambiente abbiamo dato parere contrario al decreto Pnrr. Sono intervenuta ricordando che i dati sull’attuazione del PNRR sono preoccupanti, così come evidenziato dalla relazione della Corte dei conti. Il raggiungimento degli obiettivi entro giugno 2026 e lo sblocco delle rate semestrali da parte dell’Europa sono criticità evidenti. Di fatto questo provvedimento è già ampiamento superato dalle difficoltà del Governo di gestire le risorse europee e stiamo ancora attendendo che ci sia una linea comune e condivisa nella maggioranza.
Tra l’altro il decreto determina un cambio della struttura di governance e questo comporterà ulteriori difficoltà di organizzazione e programmazione, specie negli amministratori locali. In sostanza il decreto-legge in esame, modificando la governance del Piano, potrebbe determinare una discontinuità amministrativa che rischia di rallentarne l’attuazione. Chi se ne assumerà la responsabilità?
Il provvedimento interviene anche sul codice dei contratti pubblici, quasi contemporaneamente al suo varo da parte del governo, anche qui creando confusione e disorientamento negli enti locali. Sembra che la volontà del governo sia quella di riprodurre un “modello Genova”, senza che vi siano le condizioni (e forse anche le capacità) perché questo possa effettivamente verificarsi.

Noi stiamo approvando la conversione di un decreto-legge con la consapevolezza che, ad esso, a breve, si sovrapporranno nuovi provvedimenti, necessari per la riprogrammazione e rimodulazione degli interventi del PNRR.

Ci saremo per lavorare per il bene del Paese ma senza fare alcuno sconto.