QUALITÀ DELL’ARIA, NECESSARI MAGGIORI SFORZI DELLA REG.LAZIO PER GARANTIRE IL DIRITTO AL RESPIRO

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Agosto 7, 2020

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A distanza di undici anni dall’approvazione del piano regionale di risanamento della qualità dell’aria, si è giunti in questi giorni all’adozione da parte della giunta Zingaretti dell’aggiornamento del piano a seguito dell’accordo di programma “per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria” siglato nel 2018 con il Ministero dell’Ambiente.
L’accordo di programma prevedeva misure speciali per Roma e per la Valle del Sacco, aree storicamente messe a dura prova dall’inquinamento atmosferico ed osservate speciali dall’Unione Europea circa gli sforamenti dei limiti normativi. Tra le svariate misure proposte ci sono tantissimi interventi per abbattere le emissioni avviando la regione ad una transizione ecologica, ma oggi come undici anni fa il grosso delle misure riguardano azioni di contrasto e limitazioni del traffico a seguito del rilevamento di parametri elevati di inquinamento da parte di ARPA Lazio. Nessun riferimento si registra ancora sulle emissioni odorigene ad eccezione degli allevamenti intensivi, facendo il paio con vuoto normativo regionale in materia; zero novità anche sul fronte della citizen science, il coinvolgimento diretto dei cittadini al monitoraggio della qualità dell’aria, malgrado l’impegno di numerosi comitati e associazioni.

Un piano di risanamento della qualità dell’aria dovrebbe non soltanto porsi come obiettivo il miglior sfruttamento dei fondi a disposizione tramite accordi di programma, ma anche accompagnare le misure previste Decreto Clima che con uno stanziamento di oltre 250 milioni di euro prevede incentivi di rottamazione per auto e motocicli.
Le parole “incentivare e promuovere” non dovranno nuovamente rimanere soltanto scritte sul piano per altri dieci anni, dovranno bensì essere rapidamente messe in atto.