REPAIR DAY – GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA RIPARAZIONE
Se si rompe un display o logora la batteria, si cambia telefono. Se cambia il jack per gli auricolari, si gettano le vecchie cuffie. Dopo decenni di tutto questo, è evidente capire perché prolungare la vita dei nostri beni è uno degli obiettivi principali dell’economia circolare. Della sua importanza ce ne stiamo accorgendo sempre di più, specialmente ora che stiamo affrontando una pandemia che oltre alla salute incide su stili di vita, consumi e disponibilità di prodotti.
Per diffondere e promuovere questa pratica è stata istituita tre anni fa la giornata internazionale della riparazione ( #repairday) , con l’obiettivo di condividere informazioni e sensibilizzare sempre di più su quanto sia importante acquistare beni che siano durevoli e per i quali sia messo a disposizione dal produttore un supporto su ricambi e manutenzioni.
Questo ci chiedono tantissime persone in tutta Europa: il diritto di poter riparare i propri oggetti, senza doverli ricomprare per ragioni di costo. Proprio in occasione della giornata internazionale della riparazione, comunità come quella di Restart Project e dei Repair Cafe organizzano eventi in molte città nei quali è possibile interagire con i fixers e riparare, nonché imparare, a riparare i propri oggetti.
Molte sono le possibili strade percorribili per definire una politica in grado di agevolare la riparazione, ma prima di tutto servirà farla uscire sempre più da quell’ottica di gestione dei rifiuti nella quale è stata inquadrata in passato e che ostacolava la crescita di un mercato solido di beni riparati o ricondizionati.
Ho depositato una proposta di legge proprio in questa direzione e il mio auspicio e che possa essere discussa al più presto per legiferare su questo fondamentale tema.
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