VALLE DEL SACCO, BONIFICA DEI SITI INQUINATI NON SIA OGGETTO DI CAMPAGNA ELETTORALE
Ci si accorge che è in arrivo una nuova campagna elettorale quando, all’improvviso, si notano continui proclami che vantano grandi meriti di buon governo, quando in realtà si è fatto ben meno del dovuto ed in extremis. Esempio di questo camouflage è la modalità con cui l’Assessore regionale ai rifiuti Valeriani ha annunciato ieri a #Ceprano che la Regione Lazio sarebbe riuscita a chiudere le gare d’appalto per l’affidamento dei lavori per la bonifica, evitando la revoca di oltre 32 milioni di euro di fondi statali: con più di due anni di ritardo dal cronoprogramma iniziale, è evidente come ognuno abbia una definizione di “puntualità” del tutto personale.
La programmazione degli interventi di bonifica delle aree statali inquinate all’interno del Sito di Interesse Nazionale (SIN) del bacino del fiume Sacco iniziò infatti nel marzo 2019, con l’accordo di programma siglato dall’allora Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che affidava alla Regione Lazio il compito di soggetto attuatore di interventi di bonifica per ben 53 milioni di euro. L’accordo prevedeva l’affidamento delle fasi di caratterizzazione dei siti entro il 2020, ma della relazione sull’attuazione delle procedure amministrative, richiesta dal Ministero dell’Ambiente attraverso la Presidenza del Comitato di Indirizzo e Controllo, si persero le tracce per mesi. Fu così che si rese necessaria la realizzazione di schede specifiche con un cronoprogramma e attività dettagliate per ogni sito da bonificare e l’approvazione di un atto integrativo all’accordo, un addendum con nuove tempistiche e risorse aggiuntive.
La stipula di tali contratti per queste indagini sui siti da bonificare slittò dunque a giugno o settembre 2021 a seconda dell’intervento.
Nel frattempo come Sottosegretaria con delega alle bonifiche ho attivato dei tavoli istituzionali proprio per superare ritardi e criticità.
Agli inizi del 2022, alla luce di ritardi sempre maggiori, la Regione Lazio, decise di nominare un commissario per l’attuazione degli interventi previsti dall’Accordo di Programma. La fine dell’esecuzione dei lavori era prevista per la metà del 2023, ma i ritardi accumulati faranno saltare di parecchio anche le prossime scadenze.
Visto l’evolversi degli eventi ho depositato un’#interpellanza al nuovo Ministro dell’ambiente per conoscere quali iniziative dovranno essere intraprese per rispettare il cronoprogramma degli interventi da attuare.
Ritengo che i cittadini debbano avere risposte che si tramutano in fatti concreti circa il risanamento ambientale dei nostri territori e che tali temi non meritino di diventare oggetto di campagna elettorale.